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La mia voce ti accompagnerà

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la mia voce ti accompagnerà

Milton H. Herickson

La mia voce ti accompagnerà – I racconti didattici di Milton H. Erickson a cura di Sidney Rosen

Casa Editrice Astrolabio

Descrizione di Il Giardino dei Libri: Tutti coloro che lo hanno conosciuto, pazienti, amici, parenti, ricordano bene le storie singolari che Erickson amava raccontare; storie a volte bizzarre, episodi realmente accaduti o anche fantasie apparentemente senza senso, che lasciavano spesso interdetto l’ascoltatore.
Ma ognuna aveva un suo senso e un suo scopo precisi: erano strumenti raffinatissimi, intesi per aprire la mente dell’interlocutore a intuizioni nuove e insospettate.
Milton Erickson nacque nel 1901 e crebbe in una fattoria del Middle West. L’infanzia fu segnata da molteplici handicap. Fin dalla nascita era affetto da cecità cromatica (daltonismo), dislessia e mancanza del ritmo, fu colpito due volte da poliomelite. La prima volta all’età di diciasette anni fu molto grave: dopo essere uscito dal coma rimase paralizzato. Fu curato in casa sua, nella fattoria. Milton scoprì da solo il fenomeno della focalizzazione ideodinamica indiretta: “era seduto su una sedia a dondolo e sentiva un forte desiderio di guardare dalla finestra. La sedia si mise a dondolare nonostante egli fosse completamente paralizzato! Prese a utilizzare il suo metodo muscolo per muscolo, articolazione per articolazione. L’osservazione della sorellina che imparava a camminare gli servì da stimolo e da guida nella sua rieducazione. Imparò a camminare con le stampelle e a tenersi in equilibrio sulla bicicletta; ottenuta una canoa, alcune provviste indispensabili per un equipaggiamento da campeggio e una manciata di dollari, progettò un viaggio per un’intera estate…
In seguito studiò medicina specializzandosi in psichiatria (ma fu fondamentalmente autodidatta nell’ipnosi) e insegnò nel Michigan. Si dedicò alla professione privata: lontano dai conformismi universitari, ma con il solido sostegno del suo background scientifico, poté finalmente fare quello che voleva, dando libero sfogo alla sua creatività. Nel paese si incominciò a parlare di un modesto psichiatra di Phoenix che riceveva pazienti a casa propria, li faceva attendere in salotto in mezzo ai suoi otto figli, e otteneva risultati incredibili… La voce arrivò fino a Palo Alto dove l’antropologo Gregory Bateson stava conducendo delle ricerche sui ‘paradossi dell’astrazione nella comunicazione’ (vedi doppio legame). Beteson mandò due suoi collaboratori – Jay Haley e Richard Weakland – da Erickson. Jay Haley rimase affascinato da questo ipnoterapista e scrisse “Terapie non comuni” che consacrò Erickson come un maestro di terapia strategica. Lo scopo dell’ ipnosi di Milton Erickson era quello di accedere al potenziale inconscio e alla capacità naturale di apprendere del cliente, depotenziando al contempo i suoi schemi limitanti.

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